Argentario: la natura selvaggia della Toscana

Non tutti sanno che il Caravaggio è morto in Toscana: era il 18 luglio del 1610, e al pittore lombardo furono fatali delle febbri che ne causarono il decesso sulla spiaggia di Feniglia. A pochi passi da lì, gli scogli di Cala Piccola hanno ospitato gli amori di Liz Taylor, che negli anni ’60 del secolo scorso si rifugiava qui in compagnia di Richard Burton per trovare sollievo dagli inseguimenti dei paparazzi. Come dire: gli artisti hanno sempre dimostrato di apprezzare i paesaggi e gli scenari dell’Argentario, sin dai tempi più antichi. Ultimo pezzo di Toscana al confine con il Lazio, è stato per tanti divi del cinema un buen ritiro ideale per immergersi in uno stile di vita ben diverso da quello a cui erano abituati.

L’Argentario oggi

Se ai tempi della Dolce Vita qui era tutto un pullulare di fuoriserie rombanti, oggi il loro posto è stato preso dalle bici, più silenziose e soprattutto più ecologiche: grazie alle e-bike, poi, è possibile spostarsi tra le spiagge senza fatica anche nei giorni più caldi.

Per chi si chiede cosa vedere all’Argentario non c’è che l’imbarazzo della scelta: per esempio, si può prendere a noleggio una barchetta da un marinaio del posto per andare alla scoperta di baie segrete che in passato erano una destinazione esclusiva per gli skipper più ricchi.

E se un tempo i drink a bordo piscina andavano per la maggiore, ecco che ora si prediligono gli aperitivi al largo, magari a bordo di un motoscafo.

Tutta la poesia del mare

Dell’Argentario sono rinomati anche i fondali, che si fanno apprezzare e ammirare grazie alla loro bellezza cristallina.

Chi volesse esplorarli pur non essendo munito di pinne e maschera non deve fare altro che noleggiare in loco le bombole e gli altri strumenti necessari per immergersi. Ma le attività a cui ci si può dedicare sono davvero tante: perché, per esempio, non prendere delle lezioni di vela?

E se si ha un pizzico di coraggio in più ecco che il kitesurf è la soluzione a cui rivolgersi: questa disciplina sembra aver preso il posto dello sci d’acqua. Gli amanti della natura, infine, hanno l’opportunità di cimentarsi in una escursione a cavallo in laguna o in altre esperienze ecologiche, facendo trekking lungo i sentieri del Parco dell’Uccellina o esplorando l’oasi del Wwf.

La storia dell’Argentario

Non tutti sanno che tra la metà del XVI secolo e i primi anni del XIX secolo il promontorio è stato un protettorato spagnolo a cui era stato dato il nome di Stato dei Presidi.

Oggi, invece, è suddiviso tra due comuni: quello di Orbetello, che comprende la frazione di Talamone, e quello di Monte Argentario, che comprende le frazioni di Ansedonia, di Porto Ercole e di Porto Santo Stefano.

Sono tutte località ideali per godere di un turismo slow, approfittando della bellezza degli ambienti naturali. Le folle del turismo di massa da queste parti non rappresentano un rischio, perché l’Argentario non è una destinazione per tutti.

Perché scegliere l’Argentario

A dispetto del consistente sviluppo ricettivo che si è verificato da qualche decennio a questa parte, infatti, l’Argentario rimane una meta che non punta sulla mondanità ma che sa garantire il massimo della tranquillità.

Insomma, chi è alla ricerca di una vacanza movimentata dovrebbe rivolgere la propria attenzione altrove. Le attrazioni famose sono poche, così come i servizi: ma tutto questo non deve certo essere interpretato come un difetto.

Le coppie che hanno voglia di una fuga romantica possono trovare in questa location il paradiso dei propri sogni. Il contesto naturale è selvaggio, e non a caso le cale e le spiagge più suggestive possono essere raggiunte più facilmente in bici e a piedi che non in macchina. Il turista medio ha circa 40 anni: questo non è un posto da movida per giovani.

Il piacere della tranquillità

Porto Ercole è sormontata da Forte Filippo, risalente al XVI secolo: da qui in passato era possibile avvistare i Saraceni in arrivo.

Oggi, invece, si può approfittare di un paesaggio meraviglioso, con la vista che si estende da Ansedonia a Talamone passando per il parco archeologico della collina di Cosa. Ogni volta che si sale su un’altura, lo sguardo viene rapito dal verde della Maremma e dal blu del mar Tirreno, mentre il naso respira il vento salmastro.

La rocca di Capo d’Uomo

Tra le tante tappe da non perdere in occasione di una gita o di una vacanza all’Argentario, poi, c’è la rocca di Capo d’Uomo con i suoi ruderi: da qui si vedono i profili della Corsica, di Giannutri e del Giglio.

Una passeggiata nei dintorni offre la chance di conoscere da vicino il sistema di torri di comunicazione e di avvistamento costruite nel Medio Evo lungo tutto il litorale: uno spettacolo che rimane impresso nella mente.

Argentario Toscana

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